blog e inchieste

Goji dal (per il) Tibet

Qualcuno pensa che per fare beneficenza si debba essere necessariamente ricchi.

Qualcuno crede che sia solo un modo per farsi pubblicità.

Qualcuno sostiene che serva a ripulirsi la coscienza.

 

Noi di SuperCibo vogliamo solo raccontare una storia.

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Rosa Canina, il SuperCibo di Babbo Natale

Manca pochissimo al Natale e siamo circondati da Babbi Natale appesi alle finestre, pubblicità di Panettoni e negozi aperti 36 ore su 24 per permetterci di fare gli ultimi regali. C’è a chi piace questo clima, a chi no, ma una cosa è innegabile: fra qualche giorno la maggior parte di noi si troverà riunita intorno ad un tavolo a scambiarsi sorrisi e regali. Ma stiamo andando fuori tema. Il protagonista indiscusso del Natale è senz’altro lui: Santa Claus (Stati Uniti), Babbo Natale (Italia), Father Christmas (UK), Père Noël (Francia)1. Chiamatelo come volete, ma senza di lui e senza tutto quel rosso non sarebbe lo stesso. E allora proviamo a giocare anche noi con il Natale e chiediamoci: ma Babbo Natale, mangerà SuperCibi?

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Seccare il cibo è un Arte

Talvolta si pensa ai cibi secchi come ad un qualcosa di strano, di incompleto. In realtà la tecnica di essiccamento del cibo è molto antica: una volta la procedura veniva effettuata all’aperto, sotto il sole; ora invece la tecnologia ci ha permesso di portare questa procedura a livelli molto più pratici e produttivi. Ad esempio in un fungo l’80-90% è acqua, quindi è facile comprendere come essiccare un prodotto come un fungo possa essere in effetti particolarmente conveniente anche dal punto di vista del trasposto, non solo della conservazione.

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Il principio di Pareto e l’alimentazione

Qualche giorno fa mi è tornato in mente una lezione universitaria in cui si parlava del principio di Pareto. In questa lezione veniva raccontato di come questo principio si possa riconoscere in diversi tipi di business, di scelte e strategie di mercato (dalla Apple paragonata alla Samsung, alla scelta di vestiti del presidente degli Stati Uniti Barack Obama), fino ad arrivare anche all’apprendimento delle lingue. Ho passato i giorni successivi a notare a quanto il principio di Pareto possa trovarsi in tantissime cose intorno a noi, anche senza essere fatto di proposito, e ho pensato: e nell’alimentazione? Il principio dell’ 80/20 può essere produttivo anche per il modo in cui nutriamo il nostro corpo? Sapere che assumiamo dei cibi Pareto-efficienti sarebbe fantastico per poter ottimizzare quello che serve al nostro corpo con il minimo sforzo. Anche se uno strappo alla regola e un’abbuffata ogni tanto ci sta, anche a livello psicologico!

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Olio di cocco: non tutti i grassi saturi sono uguali

Da circa mezzo secolo si è a conoscenza degli effetti benefici dell’olio di cocco che per questo è stato considerato un alimento sano almeno fino a trent’anni fa, quando i media divulgarono la notizia che i grassi saturi causerebbero malattie cardiache. Improvvisamente, quindi, l’olio di cocco ha cominciato ad incutere timore ed è stato sostituito da quello di soia. In prima linea nella propaganda a discapito dell’olio di cocco ci fu l’American Soybean Association, che, promuovendo una campagna negativa costrinse circa 70.000 agricoltori di cocco a spostare le proprie coltivazioni, ha provocato negli ultimi 20 anni, una perdita economica di 1,4 miliardi dollari. Il produttore di olio di cocco PCOPA all’epoca, cercò di smentire a gran voce le accuse dell’ASA, sostenendo che non tutti i grassi saturi rappresentavano un male per la salute1. Anche se si desse per vera l’affermazione dell’ASA di un reale danno provocato dai grassi saturi2, soprattutto all’apparato cardiovascolare, come è possibile allora che gli abitanti del Sud del Pacifico che hanno vissuto per secoli seguendo diete tradizionali ricche di cocco raramente contraggano tali malattie al cuore?

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Shilajit, il super cibo dell’Himalaya

Quando si parla di supercibi, di rimedi naturali e di medicina alternativa si finisce spesso a ricercare informazioni nella penisola indiana e nella loro tradizione. E così anche per la sostanza naturale di cui parleremo in questo articolo scaveremo nella cultura Hindu e nella medicina Ayurvedica. La sostanza in questione è lo Shilajit (o Mummio), originaria proprio dei monti dell’Himalaya e del Caucaso. Lo Shilajit è un essudato, cioè un liquido che fuoriesce dalle spaccature delle rocce e, a causa dello schiacciamento e dello sfregamento di materiale vegetale organico (in particolare Euphorbia e Trifolium), si arricchisce di sali minerali, antiossidanti e amminoacidi.

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