Qualche giorno fa mi è tornato in mente una lezione universitaria in cui si parlava del principio di Pareto. In questa lezione veniva raccontato di come questo principio si possa riconoscere in diversi tipi di business, di scelte e strategie di mercato (dalla Apple paragonata alla Samsung, alla scelta di vestiti del presidente degli Stati Uniti Barack Obama), fino ad arrivare anche all’apprendimento delle lingue. Ho passato i giorni successivi a notare a quanto il principio di Pareto possa trovarsi in tantissime cose intorno a noi, anche senza essere fatto di proposito, e ho pensato: e nell’alimentazione? Il principio dell’ 80/20 può essere produttivo anche per il modo in cui nutriamo il nostro corpo? Sapere che assumiamo dei cibi Pareto-efficienti sarebbe fantastico per poter ottimizzare quello che serve al nostro corpo con il minimo sforzo. Anche se uno strappo alla regola e un’abbuffata ogni tanto ci sta, anche a livello psicologico!

 

Intanto è doveroso un breve excursus, perché forse non tutti sanno chi è Pareto e cosa dice il suo principio.

Pareto (Vilfrido Federico Damaso) nacque a Parigi nel 1848 da padre italiano e fu uno dei principali economisti e sociologi del nostro paese. Si laureò alla Facoltà di Ingegneria a Torino e lavorò come ingegnere per parecchi anni, fin quando decise di spostare le sue attenzioni al mondo della statistica e dell’economia. Divenne professore di Economia Politica all’Università di Losanna e scrisse diversi trattati sull’economia ed in particolare sulla sociologia e sulla politica italiana e europea dei primi anni  del ‘900. Morì nel 1923, pochi mesi dopo essere stato nominato Senatore del Regno dall’allora capo di stato Benito Mussolini (anche se tale nomina non fu mai ufficializzata per mancanza di documenti che Pareto non consegnò mai).

 

 

Principio Pareto

La maggior parte degli effetti è dovuta ad un numero ristretto di cause

 

 

Il principio di Pareto, reso nella forma che noi conosciamo da Joseph M. Juran, fu ispirato dallo studio della distribuzione del reddito mondiale alla fine del 1800. Pareto notò che la maggior parte del reddito mondiale era in mano alla minor parte della popolazione. Continuando questi studi e analizzando i dati a sua disposizione, Pareto fu in grado di dare una percentuale di massima a questa proporzione, affermando che l’80% della ricchezza è tenuta dal 20% delle persone. Questa legge, detta appunto anche 80/20, è applicabile a tantissimi campi oltre che all’economia e può essere verbalizzata in “la maggior parte degli effetti è dovuta ad un numero ristretto di cause1.

 

 

Vilfredo Pareto (1848-1923)

Vilfredo Federico Damaso Pareto (1848-1923)

 

 

Torniamo a quello di cui ci occupiamo noi: super cibi e alimentazione. È possibile ritrovare la legge di Pareto nella nostra alimentazione? In effetti sì, si possono trovare ad esempio delle particolari diete che applicano il principio 80/20 per il contenuto dei loro regimi alimentari. Una particolare dieta fatta di frullati di frutta e verdura consiglia di comporre questi frullati per l’80% di verdura e il 20% di frutta, dando anche delle alternative matematiche alla divisione degli alimenti nei vari frullati giornalieri (ad esempio: frullati 1 e 2, 50% frutta e 50% verdura, mentre i frullati 3 e 4 totalmente di verdura)2.

 

Come collochiamo i super cibi in questo tipo di rapporto?

 

Molto semplice: un super cibo è un concentrato di elementi nutritivi! Assumere un super cibo può farci raggiungere velocemente le quantità di vitamine, proteine e altri nutrienti richieste dal nostro organismo. E la quantità da assumerne è molto inferiore ad un cibo normale. Prendiamo un  super cibo ad esempio: le bacche di goji. Le bacche di goji, di cui abbiamo già parlato numerose volte nelle nostre inchieste essendo uno dei super cibi più “famosi”, hanno all’interno numerose sostanze nutritive che fanno molto bene all’organismo. Tra queste, una delle più alte concentrazioni è quella di Vitamina C. In alcuni articoli sul web si legge che le bacche di goji hanno fino a 500 volte la Vitamina C di un’arancia. Falso. Le bacche di goji hanno il 500% di vitamina C di un’arancia, che vuol dire fino a 5 volte, non 500. E soprattutto questa quantità è da considerarsi per peso specifico, non in valore assoluto! E’ ovvio che mangiare un’arancia intera può dare una quantità maggiore di Vitamina C rispetto ad una bacca di goji, però un’arancia pesa in media 130-150 grammi, mentre una bacca di goji pesa solo qualche grammo. Le bacche di goji selezionate da noi di SuperCibo.com, ad esempio, hanno una quantità di Vitamina C pari a 160 mg/100 gr, che rappresentano il 200% della RDA, contro i circa 70mg contenuti in media in un’arancia. Analizzando questa cosa dal punto di vista puramente matematico e statistico, possiamo dire che 100 gr di arancia contengono circa 50 mg di Vitamina C contro i 160 mg contenuti nella stessa quantità di bacche di goji. Non è proprio un rapporto 80/20, ma siamo intorno al 70/30 e in ogni caso il principio secondo cui la maggior parte degli effetti è dovuta ad un numero ristretto di cause è ampiamente rispettato!

 

 

Altro caso di Pareto-efficienza è lo spinacio. O per meglio dire: lo spinacio NON è Pareto-efficiente! Tanti hanno sicuramente sentito dire che negli spinaci c’è un’altissima quantità di ferro, tale da rendere gli spinaci il cibo più assunto per carenze di ferro o anemie. Esistono in realtà moltissimi altri cibi comuni e super cibi che hanno un quantitativo di ferro molto maggiore rispetto agli spinaci3. Sarebbe davvero interessante vedere un cartone di Braccio di Ferro dove, al posto degli spinaci, lui assumesse un barattolo di lenticchie, di semi di girasole o di cacao!

 

Piramide Alimentare

Piramide Alimentare, tipica della dieta mediterranea

 

 

Altro esempio di non poco conto può essere riferito alla famosa piramide alimentare: chi non ha mai visto da un medico o da un nutrizionista la piramide che ci consiglia quali cibi assumere e in quali quantità? Nella piramide tipica della dieta mediterranea, ad esempio, alla base sono collocati i cereali e i suoi derivati (quindi pasta, pane, riso), fino a giungere in punta a latticini, zuccheri e carboidrati. Non tratteremo qui l’incongruenza di questa piramide nella quale i carboidrati sono inseriti alla base della piramide oltre che sulla punta, come se i carboidrati contenuti nella pasta e nel pane fossero meno dannosi per il nostro organismo rispetto a quelli dello zucchero e dei latticini. D’altronde i maggiori disturbi alimentare al mondo (diabete, celiachia, ecc) sono causati proprio dall’assunzione di carboidrati, quindi in questo caso il principio di Pareto è stato messo da parte perché la maggior parte di cibi che assumiamo dà vita al maggior numero di disturbi alimentari. Forse dovremmo farci molte più domande di quelle che ci facciamo sulla nostra alimentazione…

 

Quello su cui è interessante soffermarsi, invece,  è che più si sale in questa piramide più le quantità che si dovrebbero assumere di quei particolari cibi dovrebbe essere bassa. Forse può c’entrare il principio di Pareto? Certo che sì! I cibi sulla punta di ogni tipo di piramide alimentare hanno un apporto energetico, calorico e nutritivo molto più alto che quelli sulla base, tanto che si consiglia di assumerne molto meno. Non è altro che un’applicazione del principio di Pareto, la maggior parte dei risultati a livello energetico e nutritivo sono dati dagli alimenti che assumiamo in quantità minore. Può essere un caso ma, spesso, la legge di Pareto è rappresentata da due piramidi, una rovesciata rispetto all’altra, e il 20% di una porta all’80% dell’altra e viceversa!

 

 

Piramide Pareto

Un esempio di rappresentazione grafica del principio di Pareto, molto simile a quello che si può dire della piramide alimentare

 

 

1) http://it.wikipedia.org/wiki/Principio_di_Pareto
2) http://www.rebootwithjoe.com/the-8020-golden-reboot-rule-what-does-it-mean/
3) http://www.abc.net.au/science/articles/2011/12/06/3384516.htm#.Ub39IOdM-zm

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